01 marzo 2006

Crash, contatto fisico

In tempi di facili schematismi in tema di convivenza sociale, legalità, periferie in fiamme, (un) Crash ci vuole. Non ci sono i "buoni" e i "cattivi", e la prima apparenza non conta. Già questo basterebbe. In più ritroviamo uno schema narrativo che ricorda America oggi di Altman, senza sfigurare. Possiamo (sociologicamente) chiamarlo un aggiornamento?
(P.S. la locandina è proprio una caata).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mi dispiace, ho capito molto poco di questo articolocommentopost (non so nemmeno come chiamarlo e la cosa m'imbarazza!). vorrei solo dire che ho visto Crash mesi fa ed è un film bellissimo, comprese le musiche chillout orientaleggianti e l'interpretazione del detective-protagonista nero (l'attore Dan Cheadle, o qualcosa del genere). beninteso, non che le altre interpretazioni siano di basso livello!

'soon homie

Zurbaran ha detto...

Grazie per l'integrazione alla recensione allora

Anonimo ha detto...

avete visto o no? mica dicevo stronzate ;)

Zurbaran ha detto...

Per la cronaca Crash ha vinto l'oscar come miglior film